Il saggio affronta il tema del rapporto tra privilegio e onore
mercantile, narrando le vicende di un mercante che visse alla metà del
Settecento una vertiginosa ascesa ai vertici del potere economico e
politico del Regno di Napoli. La sua carriera, costruita sulla
spregiudicatezza negli affari e sulla proposizione di un’immagine di sé
come uomo virtuoso, dedito alle opere religiose, puntuale negli affari
e fedele alla sovranità, subì un brusco arresto in occasione della
carestia del 1764, che travolse, insieme con la retorica delle virtù,
anche l’utopia di un governo politico del mercato.
Commercio, mercantilismo, moralità mercantile, XVIII secolo, Regno
di
Napoli
The article examines the relation between legal privilege and
mercantile honour. It focuses on the case of a merchant who rose to
great political and economic power in the mid-eighteenth-century
Kingdom of Naples. His success was based both on his ruthless business
strategies and on his self-staged image as a pious Christian, a loyal
subject of the king and a trustworthy entrepreneur. His rise came to an
abrupt end in 1764, when the famine crisis destroyed both his
individual reputation as virtuous merchant and the political utopia of
a governmental regulation of the market.
Trade, mercantilism, mercantile morality, Eighteenth century,
Kingdom
of Naples