In the 1950s, during Italy’s transition from a mainly agricultural
economy to a mainly industrial one, the Svimez was the most influential
think tank on development in Italy. From 1949 to 1958 Giorgio Ceriani
Sebregondi was the director of the newly established Sociological
Department at Svimez, promoting comparative studies drawing on diverse
international experiences. His views on agriculture leveraged on the
role of community development, international cooperation, and the
values of rural society. He participated in missions abroad and
prepared plans for less developed countries like Greece, Iran and
Somalia. His participation to international conferences and to the
international community of development scholars contributed to the
circulation of ideas, some of which later influenced father Lebret and,
via Lebret, Pope Paul VI. His contribution has been largely overlooked
since his premature death.
Agriculture, circulation of ideas, international development, postwar
years, Southern Italy
Negli anni Cinquanta, durante la transizione dell’Italia da economia
prevalentemente agricola a prevalentemente industriale, la Svimez è il
più influente think tank sullo sviluppo in Italia. Lì Giorgio Ceriani
Sebregondi istituisce una Sezione sociologica che studia i fattori e
gli ambiti dello sviluppo con un approccio comparativo attento alle
diverse esperienze internazionali. Le sue riflessioni sul ruolo
integrale dell’agricoltura nel processo di sviluppo prendono le mosse
dai bisogni delle comunità locali, dalle possibilità della cooperazione
internazionale, dai valori delle società rurali. Sebregondi articola
queste riflessioni in una serie di missioni all’estero in paesi
arretrati e con diversi gradi di sviluppo, tra cui la Grecia, l’Iran,
la Somalia. Contribuisce in varie forme alla circolazione
internazionale delle idee, influenzando padre Lebret e, attraverso di
lui, papa Paolo VI. Morto a soli 41 anni, le sue idee sono state in
larga parte dimenticate.
Agricoltura, circolazione delle idee, sviluppo internazionale, secondo
dopoguerra, Mezzogiorno